“Arie di mare”
(Poema visuale di G.
Bonanno
dedicato a Ernesto
Terlizzi)
(9 aprile 2015)
Traghettamenti continui di vecchie
carrette arrugginite,
notturni al nero di luna dentro le oscure ali della speranza,
di linee d’ombra e di teste nascoste dall’onda a scrutare il mare.
L’aria trabocca di occhi in attesa di
prendere il largo a cercare fortuna,
stanno stipati come sardine salate
dentro angusti contenitori di latta di Sciacca.
Non si accorgono che vanno giù alla
deriva.
Rovesciamenti possibili a mare aperto,
si
agitano e si arrampicano
sull’acqua prima di svanire all’orizzonte
sospinti da un vento nauseante che ormai odora di niente.
Il buio della
notte nasconde presenze, sospiri e tenaci lamenti,
che al mattino si tramutano in gelidi corpi a pelo d’acqua.
Affiorano lievi in superficie,
s’infrangono al primo scoglio di mare che
trovano
e sembrano prendere il sole prima di scomparire
ancora.
Esseri sospesi e attenti a fissare il cielo,
ora si riposano sotto una coltre di gelide onde di acqua di mare.
Il Mediterraneo è ormai stanco di corpi muti lasciati ad asciugare in superficie,
di sogni sommersi che celano troppe ferite non più rimarginate,
di attraversamenti fugaci che lasciano tracce di sogni impediti
dal nostro stupido orgoglio e tragico esistere.
Arie di putrido mare infame
che nascondono destini e speranze
dell’uomo
ormai alla deriva.
© Giovanni Bonanno