ETANT DONNES,
AREA DI CONFINE PORTA DUCHAMP
(Poema visuale di Giovanni Bonanno
dedicato a Marcel Duchamp)
Esseri
nati
per guardare curiosi
da una vecchia fessura
violata.
Una ferita dentro
un muro diroccato di mattoni,
oltre la porta il derelitto cadavere solitario
giace tra
un mucchio di foglie e rami rinsecchite.
La Mariée solitaria costretta a stare nuda dai suoi stessi scapoli,
tiene ancora
in mano una vecchia lampada a gas,
ricorda tanto la morte della
vergine gonfia di acqua di Caravaggio.
Il tiranno infame tenta di nascondere l’objet dard tra cumuli di frattaglie abbandonate.
L’acqua della cascata copiosa
scende a valle per dilavare invano l’offesa.
Solo una luce fioca può accogliere l’odore infame del corpo sordo
di un cadavere
disseccato troppo in fretta al sole.
Frammenti di universi possibili,
presenze simboliche stratificate,
associazioni e slittamenti
trascorrenti del pensiero.
Occorre porsi al di là nella necessità di recuperare l’estensione dell’altro.
La natura ora si consola tra
cumuli di rifiuti e di rovine dissepolte
a ricordare l'inganno dell'occhio diventato ossessione.
a ricordare l'inganno dell'occhio diventato ossessione.
Silenzio cupo e assorto.
Ormai
la
natura
natura
e'
morta.
© Giovanni Bonanno
Agosto 2017