sabato 13 novembre 2010

LA CRITICA: Ruggero Maggi

(Dentro e Fuori l'Avanguardia)
di G. Bonanno

Saggi critici e recensioni su: Kengiro Azuma, Francis Bacon, Paolo Barrile, Carlo Carrà, Marc Chagall, Jean Dubuffet, Franco Francese, Antonio Freiles, Max Huber, Gabriele Jardini, Osvaldo Licini, Ruggero Maggi , Kazimir Malevic, Mattia Moreni, Idetoshi Nagasawa, Emil Nolde, Mimmo Paladino, Pino Pascali, Mario Raciti, Roberto Sanesi, Francesco Somaini, Chaim Soutine, Graham Sutherland, Jorrit Tornquist, Willy Varlin, Wols.



-Ruggero Maggi : L’arte tra natura, tecnologia e messaggi planetari.
Si è conclusa recentemente la mostra personale di Ruggero Maggi, al Centro Portofranco di Livorno, con vere e proprie mini-installazioni, composte da tubi al neon, metallo e legno, eseguiti a partire dal 1989, fino alle più recenti opere dove il concetto “Artificiale/Naturale” assume un ruolo predominante e caratterizza gli ultimi felici esiti del suo lavoro. Torinese di nascita, Milanese di adozione, figlio del mondo, Ruggero Maggi, vive intensamente il suo ruolo d’artista e di uomo libero; un outsider non allineato, al punto che risulta difficile catalogarlo. Incomincia la sua attività di artista agli inizi degli anni 70 con lavori giovanili, caratterizzati da un certo surrealismo e con l’inserimento, sempre più insistente, di elementi di realtà che la visione, volutamente, non riesce ad assorbire. Con il passare degli anni, questa immissione di elementi “devianti” all’interno dell’opera diventa sempre più evidente, in un rapporto di intensa “osmosi”, dove gli elementi del passato (il legno, la pietra, il fossile), convivono con elementi tecnologici (tubi al neon, plexiglass, laser), in una sorta di”sincronismo concettuale”ed emozionale.