venerdì 12 novembre 2010

I Manifesti Tecnici: Manifesto Globale della nuova circolarità elastica



 I Manifesti Tecnici




La realtà virtuale tra arte e tecnologia

Manifesto Globale della nuova circolarità elastica
Giovanni Bonanno – Salerno, Giugno  2015

Viviamo in una società  complessa  carica di  apporti nuovi e in continua evoluzione.  Con l’avvento di internet   si condivide  la realtà della “simulazione significante”;  praticamente una seconda realtà parallela e sovrapposta a quella reale,   essenzialmente fluida e immateriale. In questa nuova dimensione anche l’arte è costretta a fare i conti con le nuove problematiche globali della tecnologia virtuale. Una volta navigare online significava avventurarsi in un mondo parallelo, percepito come “altro”,  totalmente ibrido. Oggi, grazie alla grande capacità mediatica della rete e l’effetto domino di internet,  l’arte finalmente si  “de-materializza”  e diventa accessibile a tutti senza più limiti  e  confini geografici. Il web, ha compiutamente moltiplicato le occasioni di consumo dell’oggetto  culturale in un particolare periodo storico come questo in cui gli artisti fanno una immane fatica  a entrare nel circuito reale delle gallerie che contano. Internet, quindi,  rappresenta  davvero una grossa occasione di democratizzazione dell’arte,  infatti,   è cambiato  il modo di fruire l'oggetto culturale e persino  la scoperta di un artista  spesso avviene online, attraverso  la visitazione  di innovative piattaforme web che, utilizzando   nuove tecnologie elastiche sempre più evolute,  stanno modificando  radicalmente   la fruizione  e la diffusione dell’opera d’arte.
Con internet, quindi,  la fruizione dell’arte  viene modificata  radicalmente  dall’avvento della dimensione interattiva  e dalla sua globale circolazione  in forma di codice binario,    utilizzando  canali alternativi  più consapevoli  rispetto l’uso consueto che ne fa oggi  il sistema ufficiale e istituzionale dell’arte ( galleristi, critici, mercanti, curatori di mostre). Di fatto, in questi ultimi anni, le piattaforme web e la stessa rete hanno modificato   radicalmente l’esperienza dell’arte  rendendo la fruizione “mediata” rispetto a  quella diretta delle classiche gallerie d’arte, con una incessante  proliferazione di piattaforme d’arte online  che a vario genere rappresentano il futuro  ecologico e sostenibile dell’arte. Ormai,  siamo parte di un unico  “ecosistema fluido” che ci rende simultaneamente fruitori e produttori  in una conseguente  contemporaneità di ruoli e i quindi, protagonisti di uno dei cambiamenti più radicali  e importanti della nostra società. Tutto ciò non è un fenomeno di provvisoria e momentanea  transizione, ma un diverso  modo di concepire  la fruizione artistica. Oggi la fruizione mediata, è considerata non solo legittima, ma addirittura portatrice di implicazioni fortissime in termini di politica dell’immagine perché   Internet  “democratizza” il mondo dell’arte, rende  la fruizione  dell’arte “accessibile”  a tutti,  in qualsiasi momento del giorno e della notte, abbattendo le solite e anguste barriere che  normalmente separano  i  fruitori dal sistema  concordato e ufficiale dell’arte.  Non sussiste più alcun impedimento, le persone non sono più condizionate dalla loro  costrizione  temporale e geografica e non  fanno affidamento soltanto sugli art advisor che a vario titolo  indirizzano e obbligano  il fruitore a condividere le  proposte  imposte dal sistema ufficiale dell’arte. Ciò accade  per un semplice e unico  motivo: si è trasformata la forma dell’oggetto che è passata da fisica a virtuale. Tuttavia, dobbiamo sottolineare che  la sostanza dell’arte, nonostante tutto, è rimasta invariata anche se accompagnata dall’esigenza di essere comunicata in maniera diversa attraverso l’utilizzo di nuovi  strumenti. Dobbiamo registrare, altresì,  che Il mercato dell’arte (quello ufficiale)  si sta adattando a un pubblico che è sempre più globale e informato. Pertanto, molti galleristi tradizionali hanno annusato  il cambiamento e si sono affrettati ad aggiungere in parallelo un sito web o una piattaforma  interattiva, non comprendendo  appieno la reale portata  di questo importante  cambiamento  epocale. Secondo noi, “essere online” non è una semplice occasione  ma una reale  necessità, anche in campo artistico,   con  una convincente divulgazione globale  utilizzando uno degli strumenti più potenti  che abbiamo oggi a nostra disposizione, consentendo di  creare spazi  virtuali interattivi, eliminando  tempi e costi rispetto alla diffusione tradizionale,  “facendo  circolare” l’opera  in tempo reale in tutto il mondo,  abbattendo, quindi,  le frontiere geografiche e superando anche i limiti  consueti della galleria tradizionale, ovvero la partecipazione temporale e fisica all'evento. Siamo convinti di essere solo agli inizi di questa coinvolgente avventura,  di questo nuovo modo di considerare l’arte e la cultura. L’unica certezza è che tutto ciò continuerà a svilupparsi in una dimensione  sempre più  virtuale, cercando di superare un sistema monolitico, (galleria critico, mercante),  che fino a qualche anno fa non permetteva nessuna interferenza e intrusione, a vantaggio di una partecipazione più attiva e democratica come quella di internet,  con spazi sempre aperti, visibili 24 ore su 24 e con l’arte a portata di mouse  in cui i fruitori  sono i veri protagonisti destinati  ad avere un’interazione fattiva e personale con l’opera d’arte, al di là delle scelte imposte  dal mercato e dal sistema dell’arte.
Ad  un’arte istituzionalizzata  “di regime pseudo democratico” imposta dall’alto, corrisponde oggi  un’arte  “di confine”,  direi marginale, sempre più libera che preferisce condividere volutamente  (Mail Art, Digital Art,  E-Mail Art, Web Art) la dimensione globale dell’arte, approfittando delle nuove possibilità e strategie del web.  Nonostante tutto, l’arte continua a essere ancora fatta di immagini, creata in modo manuale o digitale e  spedita per invii di posta tradizionale oppure  elettronica. Tuttavia, dobbiamo notare che tra i diversi modi di creare arte e il pianeta web vi è un certo intendo comune; ossia quello di superare la temporaneità e la conseguente distanza geografica e culturale, in una sorta di unica  e solidale partecipazione collettiva. Oggi  la ricerca artistica,  è da intendersi come un grande "laboratorio planetario" composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea,  con  il fine essenziale  di istaurare  un  flusso comunicativo che nell’era di internet  dilaga da una parte all'altra del pianeta in forme casuali, secondo una logica imprevedibile e con itinerari  del tutto nuovi, preferendo la sua marginalità rispetto le indicazione imposte dal sistema dell’arte   ufficiale.  Una problematica di grande interesse è quella del   superamento della distanza geografica e culturale. Mentre un tempo l'artista operava nel completo isolamento, al servizio del mercato e della critica, ora con i Network della rete vi è sempre più la necessità di instaurare rapporti e contatti esterni, attraverso le reti internazionali  al di fuori del sistema ufficiale ed economico. Questo nuovo sviluppo logico del pensiero sperimentale  si pone volutamente  al di fuori dei circuiti commerciali ufficiali dell'arte conseguente ad una nuova dimensione  più evoluta e di grande respiro. L'arte  planetaria “di confine” desidera vivere una dimensione creativa del tutto nuova non interessandosi minimamente alla genealogia di ciò che si chiama storia dell'arte, viaggiare da un paese e l'altro tra un emittente e ricevente, con il fine essenziale di relazionarsi ai problemi della cultura di massa. In una società regolata da un libero mercato e del suo "diarroico" traffico economico di immagini, sussiste il desiderio, sempre più crescente, di collocarsi coscientemente al di fuori, in un  "altrove" praticabile rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria, al di là di una immaginaria linea di Greenwich, come possibile spartiacque e cesura tra il presente e il futuro. In questo senso il Networker esprime il dissenso nei confronti delle convinzioni. Mentre il capitalismo distribuisce ricchezza, e il successo costringe a produrre in modo standardizzato e seriale, l'arte di confine dilaga come flusso mentale, preferendo la contaminazione delle idee piuttosto che la monotonia. Attorno all’arte si è creato “un sistema chiuso”  allo scopo di tutelare investimenti e posizioni  acquisite di potere. Il giro dell’arte è in mano al  grande sistema finanziario che  ormai gioca con le opere d’arte come  fa con i titoli in borsa.  Essere "artisti di confine", non significa vivere intrappolati all'interno di un sistema, in un caos organizzato, piuttosto convivere come libera presenza di frontiera, al di là del consueto e del banale. Prendere coscienza di tutto ciò significa produrre in modo totalmente diverso e inaspettato.  Questo nuovo sviluppo logico “del pensiero sperimentale”  si pone volutamente  al di fuori dei circuiti ufficiali  conseguente ad una nuova dimensione  più evoluta e di grande respiro. Una problematica certamente  di grande interesse e attualità,  che nasce dalla convinzione di un reale e logico superamento  dei problemi culturali dell’odierna società.  L'arte, ormai, condivide la circolarità elastica e nomade delle idee.                
   
Salerno, 14 giugno 2015                               Giovanni  Bonanno