(Dentro e Fuori l'Avanguardia)
di G. Bonanno
Saggi critici e recensioni su: Kengiro Azuma, Francis Bacon, Paolo Barrile, Carlo Carrà, Marc Chagall, Jean Dubuffet, Franco Francese, Antonio Freiles, Max Huber, Gabriele Jardini, Osvaldo Licini, Ruggero Maggi , Kazimir Malevic, Mattia Moreni, Idetoshi Nagasawa, Emil Nolde, Mimmo Paladino, Pino Pascali, Mario Raciti, Roberto Sanesi, Francesco Somaini, Chaim Soutine, Graham Sutherland, Jorrit Tornquist, Willy Varlin, Wols.
“I Messaggeri di Mauro Molinari ”
(60 francobolli d’artista dal 1998 al 2013)
Con il termine “Artistamps”, si intendono i Francobolli d'Artista, le creazioni grafiche degli artisti che orbitano di preferenza nella Mail Art, nella Poesia visiva e più in generale nella cosiddetta arte Concettuale, opere che ricordano e reinterpretano in maniera originale le affrancature emesse dai Servizi postali ufficiali delle varie nazioni. La Mail Art, ideata da Ray Johnson negli anni ’60, nasce come fenomeno artistico “underground” condividendo le proposte del movimento Fluxus: una forma d’arte essenzialmente e totalmente svincolata da giochi di potere e libera da qualsiasi logica produttiva. Le opere di Mail Art, spedite per posta viaggiano da un capo all’altro del pianeta e molto spesso si completano con i timbri, francobolli, adesivi e persino elementi tridimensionali. Le buste, e i francobolli sono la chiara testimonianza di un viaggio che finisce per fare parte dell'opera stessa. La produzione dei francobolli d’artista è sterminata e comprende opere di importanti artisti che hanno da tempo dedicato forze e attenzione a tale forma di espressione, artisti di grande interesse come Michael V. Hitrovo e Karl Schwesig, Donald Evans deceduto nel 1967, Yves Klein, Lamberto Pignotti, Guglielmo Achille Cavellini, e tanti altri artisti come David Hockney, Ralph Steadman, Allen Jones, Paolo Scirpa, Marcello Diotallevi e Mauro Molinari.
Dal 1998 a oggi, Molinari ha già realizzato una sessantina di francobolli tutti di grande qualità e bellezza. Per rendersene conto basta visionare i lavori come E2 - “Hacia el nuovo Milenio” del 1999 e A - 2000, La lengua International: “Esperanto” creati per il Museo de Filateria di Oxaca in Messico, oppure, la bella serie di francobolli creati nel 2003 per il Festival francese d’Avignon o per Aline Girard e Peter Reindl. Dopo il 2003 vi è stata una breve interruzione di questa particolare produzione. Dobbiamo attendere il 2012 per avere una importante ripresa di questo modo di fare, sollecitato dallo Spazio Ophen Virtual Art di Salerno con il progetto Internazionale “In forma di francobollo” dedicato all’artista Marcello Diotallevi. Inoltre, sono del 2013 le tre ultime e originali opere dal titolo “I Messaggeri” che Mauro Molinari ha voluto dedicare all‘Ophen Virtual Art Gallery di Salerno in cui si nota la grande qualità e maestria di questo importante artista italiano.
Ci sembra doveroso, a questo punto, sottolineare che la produzione “in forma di francobollo” per Molinari non è un semplice cambiamento di formato e di funzione, stimolato dalle sollecitazioni dei temi trattati, nel corso di questi anni ha sempre cercato di sperimentare visioni e immagini che indubbiamente, poi, si ritrovano presenti anche nelle opere pittoriche. Pertanto, i suoi francobolli non devono essere intesi come semplici elaborazioni ludiche alternative alla sua più conosciuta produzione pittorica, ma ricerca “a tutto campo” in vista di un approfondimento da convogliare come esperienza anche nella pittura. Praticamente “un laboratorio d’idee” da sperimentare ad ampio spettro. Questa ultima e generosa stagione lo vede impegnato a svelare oscuri misteri e strani sortilegi, con una “verve” tutta immaginativa e altamente visionaria. Non è un caso se poi Mauro Molinari li chiama “Messaggeri”, ovvero profeti che condividono l’oscurità e il mistero delle cose per poi divenire anche portatori di conoscenza, di luce e di verità.
La visione che ha Mauro Molinari è tutta improntata a svelare gli strani intrecci tra memoria e tempo in una sorta di struttura compositiva decisamente malleabile e sfuggente in cui la leggerezza dell’apparire convive con la provvisorietà e inconsistenza di un momento magicamente sospeso. Le sue rappresentazioni “a-temporali” smantellano la consueta logica di una narrazione e prospettano una visione quando mai duttile, frammentata, carica di momenti e suggerimenti diversi che s’intersecano e convivono contraddicendo la consueta rappresentazione logica conseguente di un racconto. In Molinari i ricordi diventano frammenti di poesia sospesa e le presenze ci appaiono come lacerti di un vivere illogico e alienato che definiscono una sorta di essenza svuotata dell’uomo contemporaneo di oggi, in cui tutto “può essere e apparire” in un succedersi di eventi e accadimenti provvisori in divenire altamente evocativi e poeticamente profetici.
Giovanni Bonanno