I Manifesti Tecnici
La realtà virtuale tra arte e tecnologia
Manifesto
Globale della nuova circolarità elastica
Giovanni Bonanno – Salerno, Giugno 2015
Giovanni Bonanno – Salerno, Giugno 2015
Viviamo in una società complessa
carica di apporti nuovi e in
continua evoluzione. Con l’avvento di
internet si condivide la realtà della “simulazione
significante”; praticamente una seconda
realtà parallela e sovrapposta a quella reale,
essenzialmente fluida e immateriale. In questa nuova dimensione anche
l’arte è costretta a fare i conti con le nuove problematiche globali della
tecnologia virtuale. Una volta navigare online significava avventurarsi in un mondo parallelo,
percepito come “altro”, totalmente
ibrido. Oggi, grazie alla grande capacità mediatica della rete e l’effetto
domino di internet, l’arte finalmente
si “de-materializza” e diventa accessibile a tutti senza più
limiti e
confini geografici. Il web, ha compiutamente moltiplicato le occasioni
di consumo dell’oggetto culturale
in un particolare periodo storico come questo in cui gli artisti fanno una
immane fatica a entrare nel circuito
reale delle gallerie che contano. Internet, quindi, rappresenta
davvero una grossa occasione di democratizzazione dell’arte, infatti, è cambiato
il modo di fruire l'oggetto culturale e persino la scoperta di un artista spesso avviene online, attraverso la visitazione di innovative piattaforme web che,
utilizzando nuove tecnologie elastiche sempre più
evolute, stanno modificando radicalmente
la fruizione e la diffusione
dell’opera d’arte.
Con internet, quindi, la fruizione dell’arte viene modificata radicalmente
dall’avvento della dimensione interattiva e dalla sua globale circolazione in forma di codice binario, utilizzando
canali alternativi più
consapevoli rispetto l’uso consueto che
ne fa oggi il sistema ufficiale e
istituzionale dell’arte ( galleristi, critici, mercanti, curatori di mostre). Di fatto, in questi ultimi
anni, le piattaforme web e la
stessa rete hanno modificato radicalmente
l’esperienza dell’arte rendendo la
fruizione “mediata” rispetto a quella
diretta delle classiche gallerie d’arte, con una incessante proliferazione
di piattaforme d’arte online che a vario
genere rappresentano il futuro ecologico
e sostenibile dell’arte. Ormai, siamo parte
di un unico “ecosistema fluido” che ci
rende simultaneamente fruitori e produttori
in una conseguente
contemporaneità di ruoli e i quindi, protagonisti di uno dei cambiamenti
più radicali e importanti della nostra
società. Tutto ciò non è un fenomeno di provvisoria e momentanea transizione, ma un diverso modo di concepire la fruizione artistica. Oggi la fruizione mediata,
è considerata non solo legittima, ma addirittura portatrice di implicazioni
fortissime in termini di politica dell’immagine perché Internet
“democratizza” il mondo dell’arte, rende
la fruizione dell’arte
“accessibile” a tutti, in qualsiasi momento del giorno e della
notte, abbattendo le solite e anguste barriere che normalmente separano i
fruitori dal sistema concordato e
ufficiale dell’arte. Non sussiste più alcun
impedimento, le persone non sono più condizionate dalla loro costrizione
temporale e geografica e non
fanno affidamento soltanto sugli art
advisor che a vario titolo
indirizzano e obbligano il
fruitore a condividere le proposte imposte dal sistema ufficiale dell’arte. Ciò
accade per un semplice e unico motivo: si è trasformata la forma
dell’oggetto che è passata da fisica a virtuale. Tuttavia, dobbiamo
sottolineare che la sostanza dell’arte,
nonostante tutto, è rimasta invariata anche se accompagnata dall’esigenza di
essere comunicata in maniera diversa attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti. Dobbiamo registrare, altresì, che Il mercato dell’arte (quello
ufficiale) si sta adattando a un
pubblico che è sempre più globale e informato. Pertanto, molti galleristi
tradizionali hanno annusato il
cambiamento e si sono affrettati ad aggiungere in parallelo un sito web o una
piattaforma interattiva, non
comprendendo appieno la reale
portata di questo importante cambiamento
epocale. Secondo noi, “essere online” non è una semplice occasione ma una reale
necessità, anche in campo artistico,
con una convincente divulgazione
globale utilizzando uno degli strumenti
più potenti che abbiamo oggi a nostra
disposizione, consentendo di creare
spazi virtuali interattivi,
eliminando tempi e costi rispetto alla
diffusione tradizionale, “facendo circolare” l’opera in tempo reale in tutto il mondo,
abbattendo, quindi, le frontiere
geografiche e superando anche i limiti consueti della galleria tradizionale,
ovvero la partecipazione temporale e fisica all'evento. Siamo convinti di
essere solo agli inizi di questa coinvolgente avventura, di questo nuovo
modo di considerare l’arte e la cultura. L’unica certezza è che tutto ciò continuerà a svilupparsi in una
dimensione sempre più virtuale, cercando di superare un sistema monolitico, (galleria critico, mercante), che fino a qualche anno fa non permetteva
nessuna interferenza e intrusione, a vantaggio di una partecipazione più attiva
e democratica come quella di internet, con spazi sempre aperti, visibili 24 ore su 24 e con l’arte a portata di mouse in cui i
fruitori sono i veri protagonisti
destinati ad avere un’interazione
fattiva e personale con l’opera d’arte, al di là delle scelte imposte dal mercato e dal sistema dell’arte.
Ad un’arte istituzionalizzata “di regime pseudo democratico” imposta
dall’alto, corrisponde oggi un’arte “di confine”,
direi marginale, sempre più libera che preferisce condividere
volutamente (Mail Art, Digital Art, E-Mail Art, Web Art) la dimensione globale
dell’arte, approfittando delle nuove
possibilità e strategie del web.
Nonostante tutto, l’arte continua a essere ancora fatta di immagini, creata
in modo manuale o digitale e spedita per
invii di posta tradizionale oppure
elettronica. Tuttavia, dobbiamo notare che tra i diversi modi di creare
arte e il pianeta web vi è un certo intendo comune; ossia quello di superare la
temporaneità e la conseguente distanza geografica e culturale, in una sorta di
unica e solidale partecipazione
collettiva. Oggi la ricerca artistica, è da intendersi come un grande
"laboratorio planetario" composto da numerosi "Network"
sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca
spontanea, con il fine essenziale di istaurare
un flusso comunicativo che
nell’era di internet dilaga da una parte
all'altra del pianeta in forme casuali, secondo una logica imprevedibile e con
itinerari del tutto nuovi, preferendo la
sua marginalità rispetto le indicazione imposte dal sistema dell’arte ufficiale.
Una problematica di grande interesse è quella del superamento della distanza geografica e culturale. Mentre un
tempo l'artista operava nel completo isolamento, al servizio del mercato e
della critica, ora con i Network della rete vi è sempre più la necessità di
instaurare rapporti e contatti esterni, attraverso le reti internazionali al di fuori del sistema ufficiale ed
economico. Questo nuovo sviluppo logico del pensiero sperimentale si pone volutamente al di fuori dei circuiti commerciali
ufficiali dell'arte conseguente ad una nuova dimensione più evoluta e di grande respiro. L'arte planetaria “di confine” desidera vivere una
dimensione creativa del tutto nuova non interessandosi minimamente alla
genealogia di ciò che si chiama storia dell'arte, viaggiare da un paese e
l'altro tra un emittente e ricevente, con il fine essenziale di relazionarsi ai
problemi della cultura di massa. In una società regolata da un libero mercato e
del suo "diarroico" traffico economico di immagini, sussiste il
desiderio, sempre più crescente, di collocarsi coscientemente al di fuori, in
un "altrove" praticabile
rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria, al di là di
una immaginaria linea di Greenwich, come possibile spartiacque e cesura tra il
presente e il futuro. In questo senso il Networker esprime il dissenso nei
confronti delle convinzioni. Mentre il capitalismo distribuisce ricchezza, e il
successo costringe a produrre in modo standardizzato e seriale, l'arte di
confine dilaga come flusso mentale, preferendo la contaminazione delle idee piuttosto
che la monotonia. Attorno all’arte si è creato “un sistema chiuso” allo scopo di tutelare investimenti e
posizioni acquisite di potere. Il giro
dell’arte è in mano al grande sistema
finanziario che ormai gioca con le opere
d’arte come fa con i titoli in
borsa. Essere "artisti di confine", non
significa vivere intrappolati all'interno di un sistema, in un caos
organizzato, piuttosto convivere come libera presenza di frontiera, al di là
del consueto e del banale. Prendere coscienza di tutto ciò significa produrre
in modo totalmente diverso e inaspettato.
Questo nuovo sviluppo logico “del pensiero sperimentale” si pone volutamente al di fuori dei circuiti ufficiali conseguente ad una nuova dimensione più evoluta e di grande respiro. Una problematica
certamente di grande interesse e
attualità, che nasce dalla convinzione
di un reale e logico superamento dei
problemi culturali dell’odierna società. L'arte, ormai, condivide
la circolarità elastica e nomade delle idee.
Salerno, 14 giugno 2015 Giovanni Bonanno